lunedì 14 maggio 2018

Gli «anti-sette» di AIVS e la loro «democrazia totalitaria»

Abbiamo voluto utilizzare, nel titolo, un’espressione un po’ provocatoria (per la precisione, un ossimoro) perché ci pare che contraddistingua bene il clima nel quale operano gli «anti-sette» di AIVS e nel quale devono abituarsi ad interagire gli utenti che vi si iscrivono.

Neanche un mese fa abbiamo raccontato come in AIVS sembri vigere una sorta di dittatura da parte dei tre amministratori (Toni Occhiello, Luciano Madon e Francesco Brunori, che si fa anche chiamare «Italo», «Italo Brunori» e «Italo Tobruk»). Una dittatura che esclude qualsiasi apporto o contributo di senso contrario a quello espresso dai loro post, e guai a chi osa contraddirli!

Non finiamo mai di stupirci per la maniera speciosa e obiettivamente contraddittoria con cui da un lato cercano di darsi una veste di serietà e di professionalità, dall’altra usano modi spesso minacciosi, talvolta offensivi, a tratti volgari, in certi casi intimidatori, e comunque tutt’altro che tolleranti, senza contare che le loro informazioni sono sovente per nulla accurate.

Ecco cosa dichiaravano appena una ventina di giorni fa sulla loro pagina Facebook istituzionale:


Un confronto pubblico con quanti si mostrassero perplessi? Vediamo cosa è successo con uno di questi, nella fattispecie un utente che ha espresso una critica nei confronti della Chiesa Cattolica commentando una lettera al Papa scritta da Francesco Brunori nel tentativo di seminare zizzania ed impedire le attività interreligiose fra Chiesa e Soka Gakkai.


Un commento non perfettamente allineato? Non sia mai! Ecco subito salire in cattedra Toni Occhiello:


Ne consegue un botta e risposta nel quale Occhiello fa una sorta di «terzo grado» all’utente e questi risponde senza timori ad ogni domanda, difendendo il suo diritto ad esprimere la propria opinione.


Ma all’ennesima reiterazione della domanda «perché sei qui?», l’utente comincia a manifestare qualche perplessità.


Immediata la replica di Occhiello, che all’insegna del miglior «complottismo» di marca «anti-sette», comincia a insinuare il sospetto che la libera espressione dell’utente sia una sorta di «trama» anti-AIVS:


E nonostante la risposta (schietta ma tutto sommato pacata) e chiarificatrice dell’utente, Occhiello oramai sembra essere partito per la tangente e ha additato il «lebbroso» che deve essere «epurato» dal suo gruppo di «eletti», tanto che la replica lo mette definitivamente alle corde:


L’epilogo? Lo si può già vedere dalla colorazione del nome dell’utente (grigio scuro), che mostra che è stato escluso dal gruppo. Ovviamente, come tutte le altre voci fuori dal coro in AIVS, anche lui è stato tolto dal gruppo e non ha più potuto esprimere la propria opinione. Nemmeno ha potuto replicare alle ingiurie in cui si è poi lanciato Occhiello una volta assicuratosi che il suo interlocutore fosse stato messo alla porta:


«Fuck you son of a bitch», «fannullone da bar»… ulteriori commenti sarebbero superflui.

Tutto questo quando il commento originale dell’utente rispetto all’iniziativa di Brunori, in sintesi, era stato:


Discorso simile a quello che facevamo in un recentissimo post a proposito di Lorita Tinelli del CeSAP, un’associazione che si propone addirittura referente di una sigla europea contro i «culti distruttivi», la contestata e discussa FECRIS: con una mano mostrano il baluardo del «diritto di cronaca», con l’altra mano fanno di tutto per tacitare i loro detrattori in modi che rasentano l’intimidazione.

Questi sono gli «anti-sette» di AIVS e CeSAP, che riteniamo mirino direttamente ai fondi europei dell’orbita FECRIS, se abbiamo interpretato correttamente le parole della Tinelli, a proposito del denaro, di cui abbiamo dato conto in un precedente post che tanto li ha messi in agitazione.

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