martedì 17 aprile 2018

Ancora su Toni Occhiello e la discutibile propaganda di AIVS

Mentre prosegue la questua di Toni Occhiello e dei tre o quattro animatori della sua associazione «anti-sette» AIVS, notiamo che il piccolo ma chiassoso gruppetto salentino non sembra voler smorzare i toni della propria campagna di odio nei confronti delle nuove religioni.

Al contrario, AIVS cerca appoggi presso altri gruppi affini e sembra trovarne in figure già da tempo schierate nella loro stessa lotta, come per esempio Branka Dujmic-Delcourt, un’esponente «anti-sette» croata di nascita con passaporto belga e rappresentante della FECRIS, la controversa associazione europea accreditata presso il Consiglio d'Europa quale ONG (organizzazione non governativa; nonostante sia curiosamente finanziata dal governo francese), che raccoglie le diverse denominazioni in un’unica organizzazione di cui, fra l’altro, fanno parte le italiane CeSAP e FAVIS:


Da notare come a dare il benvenuto alla «anti-sette» croata sia proprio Lorita Tinelli del CeSAP, salda alleata di AIVS.

Segno forse che AIVS si sta affannando per aggrapparsi al carro della FECRIS da cui potrebbe «mungere» un po’ di denaro? Oppure un po’ di credibilità o anche una maggiore visibilità? Non siamo certamente in grado di rispondere con certezza a un simile quesito, tuttavia l’interrogativo pare sensato.

Nel frattempo, come si accennava prima, Occhiello continua a raccattare iscrizioni proponendo la sua tessera per accedere al «gruppo segreto» di AIVS, il «gold club» di cui si parlava in un precedente post:


Una quota di 20 Euro per i «servizi di base». Ci si domanda quali siano tali servizi. Forse la pubblicazione di post su Facebook come questo?


Indubbiamente Toni Occhiello deve aver svolto del «lavoro» per ricercare accuratamente un’immagine tanto «adatta» da associare a tale post!

Non ce ne voglia per la nostra piccola battuta di spirito, ma anche senza muovere la benché minima critica al testo del post e al tenore della tesi che espone (e ve ne sarebbero!), sfugge davvero l’attinenza della fotografia (oscena) con il messaggio che AIVS intende qui propalare.

Probabilmente la «ispirazione» deriva ad Occhiello dai suoi precedenti «lavori», tipo quello di «fotografa’ le zoccole» di cui ci rende lui stesso edotto in una sua pagina Facebook  (per chi ama la «grana grossa», seguendo questo link si può visionare il testo integrale del post così come la fotografia che per pudore abbiamo tagliato):


I gusti sono gusti: Occhiello è senz’altro liberissimo di sfogare la propria verve figurativa immortalando prostitute senza veli; ci domandiamo soltanto perché debba trasporre queste sue personali inclinazioni attribuendole al movimento religioso che ha scelto di dileggiare ed infamare ad ogni piè sospinto.

Ma di nuovo: qual è il risultato concreto dell’operato di AIVS? In che modo essa può influenzare le persone che raggiunge? Ben lungi dal poter modificare la consapevolezza di ciascuno del proprio vissuto, costoro tendono a generare ostilità nei confronti della religione in generale:


È solo uno dei numerosi commenti di questa fatta: AIVS genera repulsione verso «tutte le religioni».

D’altronde non ci stupisce affatto, abbiamo già più volte dato conto di questa tendenza da parte degli «anti-sette»; si vedano ad esempio questo post, quest’altro e questaltro ancora.

Ma di nuovo torniamo a interrogarci: che diritto hanno degli apostati come Toni Occhiello e i suoi compari di AIVS di inquinare l’immaginario collettivo con le loro gravi (ma per lo più indiziarie) accuse e con i loro pesanti giudizi e le loro triviali volgarità ai danni di minoranze religiose pacifiche?

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