sabato 9 dicembre 2017

Lorita Tinelli e il suo entourage: un deplorevole cliché di disinformazione anti-religiosa?

All’inizio di settembre scorso era stata notata, e riferita altrove sul web, una pseudo-notizia poi rivelatasi una bufala, riguardante Guerlin Butungu, un ventenne africano richiedente asilo resosi responsabile di alcuni drammatici e riprovevoli fatti di cronaca avvenuti a Rimini.

Lorita Tinelli del CeSAP non aveva perso l’occasione di riferire la chiacchiera di paese che più si confaceva alla sua costante campagna di avvelenamento dell’opinione pubblica, tanto da suscitare commenti sdegnati; uno su tutti, quello di un utente del sito Agenzia Radicale che l’ha definito «un deplorevole, deprimente, disarmante esempio di subdola propaganda mascherata con grande saccenteria da informazione qualificata».

Ecco il post in questione:


Stucchevole, se non addirittura viscida e maliziosa, la precisazione «se la notizia fosse vera» (a mo’ di «disclaimer») inserita e poi ribadita solamente per tutelarsi da eventuali minacce di tipo legale; ha tutta l’aria del «gettare il sasso e poi ritrarre la mano».

La ragione alla base di tale diceria contro i Testimoni di Geova, chiarita dapprima in un comunicato stampa della «Sala del Regno» di San Marino e successivamente confermato sui media, stava nel fatto che lo stupratore congolese aveva pubblicato alcune fotografie sul suo profilo Facebook che lo mostravano mentre partecipava a delle riunioni della congregazione. Si sta parlando di ritrovi aperti al pubblico e ai quali partecipavano decine o centinaia di altre persone che manifestavano interesse per la religione: sarebbe quasi come considerare un assassino un fervente cattolico perché si è scattato dei «selfie» in qualche cattedrale cui ha fatto visita o perché ha partecipato ad alcune lezioni di catechismo oppure frequentava assiduamente questo o quell’altro oratorio di paese.

In altri termini, elementi del tutto indiziari, ma assolutamente sufficienti a Lorita Tinelli anzitutto per determinare con malcelata certezza che Butungu era un Testimoni di Geova, e quindi per bollare velatamente l’intera categoria come una massa di delinquenti.

Trascorso un tempo ragionevole, abbiamo voluto fare una ricognizione della faccenda.

Nel frattempo, la giustizia ha fatto il suo corso; fortunatamente Butungu, riconosciuto dalla magistratura colpevole oltre ogni dubbio degli stupri, è stato condannato a 16 anni di carcere, scontati i quali verrà espulso dall’Italia (qui tutti i dettagli della notizia).

Ma nei confronti dei Testimoni di Geova ingiustamente coinvolti in una notizia tanto tragica, la Tinelli ha forse pubblicato delle scuse? Una chiosa? O anche solo un semplice, telegrafico aggiornamento? Macché, nulla di nulla.

Non essendo minimamente in grado di fare un sereno ma serio (e adulto) esame di coscienza, ha glissato completamente sulle infamanti accuse che ha rivolto nei riguardi di una minoranza religiosa pacifica.

Tuttavia, andando a cercare il post laddove era prima, ecco cosa si presenta all’utente:


Il post è stato rimosso.

Segno inequivocabile che Lorita Tinelli sa perfettamente di aver propalato una «bufala».

Lo ha fatto non solo consapevolmente, ma anche con il ben preciso intento di diffamare i Testimoni di Geova, gruppo religioso a lei particolarmente inviso (per varie ragioni, fra cui quella che ci racconta un utente in questo commento). Rimane il fatto che compie questo atto scellerato da una posizione di personaggio pubblico, mediante un «social network» e dunque coinvolgendo decine e decine di altre persone che leggono e commentano i suoi post.

Infatti, ecco come reagiscono alcuni dei facinorosi facenti parte del suo entourage:


Va da sé che la Tinelli fa tutt'altro che smorzare i toni.

Ed ecco cosa ne risulta:



Sarà forse per questo motivo, allora, che ultimamente Lorita Tinelli sta cercando di rifarsi una veste promuovendo (a nostro avviso, paradossalmente e speciosamente) eventi per il «dialogo interreligioso»?

È a parole come «sterco», a minacce quali «cacciamoli tutti» o alle sconclusionate dietrologie dell’ultimo commento che si riferiva la Tinelli quando propagandava i «sentieri del dialogo interreligioso»?

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